“Quota disabili, dalle aziende alle coop in cambio di lavoro” è il titolo dell’articolo pubblicato oggi sul quotidiano L’Arena (pagina 11) a firma della giornalista Valeria Zanetti. Protagoniste due nostre cooperative sociali del territorio Veronese: Progetto Quid e San Marco che, in cambio di commesse di lavoro, accolgono al proprio interno anche lavoratori con disabilità per conto di aziende private tenute ad adempiere alla legge 68/99,. Questo avviene grazie all'articolo 14 del decreto legislativo 276/2003, che la Regione Veneto ha recepito con delibera della Giunta n.705 del 21 maggio scorso. A garantire la correttezza e la validità dell'accordo tra le parti è Veneto Lavoro.
Per attivare l'accordo le realtà coinvolte (la coop, l’azienda partner e Veneto Lavoro) devono compilare tre documenti: l'adesione alla convenzione regionale, la convenzione di affidamento del lavoratore e il contratto di commessa, dove si specificano la tipologia di prodotto o il servizio commissionato alla coop in cambio di assunzione.
«Ancor prima della Dgr – si legge nell’articolo – l'accordo era possibile con la mediazione della Provincia, ma ora il quadro è più omogeneo, le stesse modalità valgono in tutto il territorio regionale e Veneto Lavoro è impegnato nell'assistenza alle convenzioni», spiega Cristina Bertucco, presidente di coop San Marco, realtà nata 35 anni fa, con sedi operative nel Mantovano, nel Cremonese e nel Vicentino, e che conta un centinaio di soci lavoratori.
«Le possibilità concrete di queste intese sono ancora da esplorare, ma sicuramente possono portare a sinergie positive tra il mondo profit e quello delle cooperative. In cinque anni di vita, Quid ha dato prova delle opportunità offerte dall' articolo 14, assumendo 20 lavoratori invalidi; 5 lo scorso anno quando la formula ha trovato nuovo impulso», spiega Anna Fiscale, fondatrice e presidente di Progetto Quid, nell’intervista. «Gli addetti sono stati formati professionalmente dalle responsabili della produzione ed alcuni di loro sono stati assunti una volta terminato il contratto di commissione».
«Da sottolineare che l'impresa profit, aderendo all'iniziativa, non matura obblighi all'inserimento nel proprio organico del disabile e assolve almeno in parte alle prescrizioni di legge (la coop può assorbire fino al 30% dei diversamente abili di cui ogni realtà deve farsi carico, ndr)» sottolinea la Bertucco.
L’articolo evidenzia come molte aziende purtroppo preferiscano pagare la multa piuttosto di attenersi all’obbligo di assunzione che richiede energie e competenze non il loro possesso. E sottolinea anche che le coop sociali sono invece specializzate nel confrontarsi con le persone più fragili, anche con disabilità psichiatriche o oncologiche, in ambiente protetto e con il supporto di specialisti dedicati.
In allegato l’articolo integrale.