Preoccupazione per il fondo di solidarietà residuale istituito presso l’INPS dal Governo ai sensi dell’art.3, comma 14 della legge 92/12 (Legge Fornero).
Scendendo nel dettaglio, nel fondo – gestito con il vincolo di pareggio di bilancio da un comitato di gestione paritetico -, afferirà anche la cooperazione, dunque le imprese con più di quindici addetti che non sono tenute al versamento dei contributi Cigo e Cigs all’Inps. La funzione è di integrare i salari in caso di riduzione dell’orario di lavoro – secondo le medesime causali di Cigo e Cigs – per un tempo di tre mesi continuativi (e un massimo complessivo di nove mesi in un biennio).
Il valore economico delle prestazioni corrisponde ai massimali della Cig, e similmente prevede la copertura previdenziale dei periodi di calo di lavoro mediante l’integrazione del fondo.
«Ciò che preoccupa – afferma Nicola Comunello, responsabile delle Relazioni industriali dell’associazione – è l’onere di versamento che spetta (retroattivamente) alle aziende: dal 1 gennaio 2014 infatti per ciascun lavoratore delle imprese con più di quindici addetti le cooperative dovranno versare al fondo un contributo addizionale dello 0,5% del salario.
In caso di utilizzo concreto delle prestazioni del fondo invece, le aziende con meno di cinquanta addetti dovranno versare un contributo per singolo dipendente beneficiario pari al 3% del salario; mentre per quelle con più di cinquanta addetti, il contributo cresce fino al 4,5%».
Conclude Comunello: «Imporre alle imprese, già provate da una lunghissima e pesante crisi, questo tipo di costi aggiuntivi, rischia di rendere ancora più ardua la loro sopravvivenza sul mercato, in particolare per le cooperative che versano in maggiore difficoltà. Con il potenziale effetto paradossale di una grande ondata di licenziamenti. Speriamo quindi nella revisione del decreto in direzione di un abbassamento degli oneri».