È stato emanato lunedì 23 ottobre il decreto ministeriale attuativo che autorizza la liquidazione dei fondi destinati al settore pesca messo in ginocchio dall’emergenza granchio blu. Il documento sblocca 2,9 milioni di euro destinati alle 3mila aziende della molluschicoltura messe in crisi dalla diffusione della razza aliena.
Le imprese di tutto il territorio nazionale potranno richiedere il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto di attrezzi da pesca e di trasporto, rispettivamente nella misura dell’80 e del 100% dei costi sostenuti tra il 1° agosto e il 31 ottobre 2023. La domanda dovrà essere inoltrata online e sarà data priorità alle richieste presentate dai consorzi rispetto a quelle delle singole imprese.
La firma del decreto arriva in un momento di grande sconforto e preoccupazione da parte soprattutto dei pescatori di Porto Tolle (Rovigo), tra i maggiori produttori italiani di vongole, che nei giorni scorsi ne hanno denunciato la ormai quasi totale devastazione. E proprio secondo i lavoratori del comparto, il testo governativo appena varato risulta insufficiente a contrastare l’emergenza. Tra le principali criticità emerse, la mancata perimetrazione delle aree geografiche interessate dal decreto, l’arco temporale di riferimento per i ristori e la natura dei costi rimborsabili.
«Il decreto approvato è uno strumento ordinario che affronta una situazione straordinaria e, pertanto, presenta diverse “crepe” – spiega Antonio Gottardo, responsabile del settore Agroalimentare e Pesca di Legacoop Veneto – . Innanzitutto non prevede un contributo ai pescatori che hanno fatto attività di eradicazione e pesca della specie aliena, ma solo allo smaltimento inteso come scarto di lavorazione. Inoltre i ristori interesseranno i costi sostenuti per l’acquisto di reti dal primo di agosto, mentre l’autorizzazione della pesca al granchio blu risale al 18 luglio».
«I fondi stanziati sono destinati alle imprese di tutta Italia, dettaglio che non permetterà di intervenire efficacemente sulle aree maggiormente colpite dall’emergenza – aggiunge Gottardo –. Nel frattempo il granchio blu è presente in maniera massiccia davanti a tutta la costa veneta e non sono ancora state autorizzate le imbarcazioni alla pesca del granchio entro le tre miglia».
«Auspico che il provvedimento per contenere la crisi economica legata al granchio blu abbia una ricaduta positiva sulle imprese e sui consorzi realmente colpiti – conclude –. Il decreto che dovrà essere discusso e approvato a breve nella Conferenza Stato-Regioni prevede un impegno di circa 10 milioni di euro per l’acquisto della semina e per il contenimento del granchio blu».
I consorzi, le cooperative e le associazioni di pescatori veneti, attivi soprattutto nella laguna di Venezia e in Polesine, si riuniranno venerdì 27 a Porto Tolle (Rovigo) per decidere nuove forme di protesta.