Sono davvero pessimistiche le prospettive delle cooperative associate a Legacoop: il 50% (dato in crescita di 8 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione) esprime infatti grossa preoccupazione sulla situazione economica generale.
È quanto emerge dall’ultima analisi congiunturale realizzata dall’Area Studi dell’associazione, relativa agli andamenti nel quadrimestre aprile-luglio e, in particolare, alle aspettative per i prossimi mesi.
Rispetto al quadrimestre scorso, il posizionamento delle cooperative nei mercati di riferimento e la situazione dell’occupazione rimangono perlopiù stazionari; mentre emerge un calo di due punti nella domanda di prodotti/servizi.
In termini di previsioni invece, sono in deciso rallentamento le prospettive di crescita, sulle quali pesano l’aumento del costo dell’energia e dei tassi di interesse, la scarsità di manodopera e le difficoltà nel reperire materie prime e materiali. Per correre ai ripari il 38% delle cooperative dichiara di essersi dotato negli ultimi tempi di impianti di produzione di energia rinnovabile, quasi esclusivamente da fonte fotovoltaica.
Altre problematiche registrate che impattano sulla situazione già critica sono gli impedimenti burocratici e la carenza di liquidità a breve termine.
Calano drasticamente dal 33% della precedente rilevazione al 23% le previsioni di aumento della domanda di prodotti/servizi. Fanno eccezione la cooperazione sociale, l’industria delle costruzioni e l’agroalimentare, mentre aspettative pessimistiche si registrano per le attività manifatturiere e la distribuzione.
Tendenze analoghe per l’occupazione: anche qui le previsioni di aumento diminuiscono, si passa dal 25% al 20%. Il calo maggiore è atteso nelle cooperative di consumatori e di distribuzione, nelle attività culturali e in quelle manifatturiere.
Sottolineando le inevitabili ricadute sulle famiglie e le imprese italiane Mauro Lusetti, presidente di Legacoop Nazionale, commenta: «Il piano inclinato di questo 2022 prosegue e all'orizzonte non si vedono inversioni di rotta. L'aumento dei costi di produzione ha risalito le filiere e ora si sfogherà pesantemente sui consumi. I bilanci delle famiglie italiane, già gravati da due anni di pandemia e dalle bollette, stanno per essere ulteriormente messi in tensione. L'aumento dei tassi di interesse in una fase del genere rischia di stringere in una morsa le imprese già sofferenti per i prezzi dell'energia. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo, servono politiche di emergenza e interventi pubblici incisivi che accompagnino verso l'uscita da questa tempesta perfetta».
In allegato il comunicato stampa.