La Cooperativa de Zopè, associata a Legacoop Veneto, cerca personale per il bar e il negozio di generi alimentari che gestisce a Zoppè di Cadore, il comune più piccolo della provincia di Belluno. Ma non solo. L’annuncio si rivolge in particolare a chi, magari una giovane coppia o una famiglia, desidera trasferirsi nel piccolo paese montano in un’ottica di medio/lungo termine. La cooperativa garantisce infatti, oltre al posto di lavoro, anche un appartamento con un modico canone di locazione.
Alla base dell’iniziativa, la volontà della cooperativa di attuare un piano anti spopolamento per la salvaguardia della comunità di Zoppè che, situata a 1500 metri di altitudine, conta circa 200 abitanti.
Durante l’estate gli esercizi della cooperativa hanno potuto contare sull’aiuto degli studenti universitari rientrati dalle famiglie per le vacanze, ed ora che sono in partenza per le rispettive sedi di studio, si presenta la necessità di affiancare nuova forza lavoro ai soli due dipendenti già presenti.
La cooperativa De Zopè, costituitasi lo scorso dicembre, si è da subito prodigata per la riapertura dell’unico negozio di alimentari del paese e, pochi mesi più tardi, ha preso in gestione anche il bar evitandone così la chiusura. Conta ben 114 soci e svolge a tutti gli effetti le funzioni di un centro servizi per la comunità, garantendo ad esempio la consegna a domicilio di beni di prima necessità (servizio attualmente offerto gratuitamente dal sindaco Paolo Simonetti). Anche per questo, il negozio di alimentari si è dotato di un totem digitale che permette ai clienti di ordinare dai supermercati a valle i prodotti non reperibili nella piccola bottega del paese (ad esempio e soprattutto prodotti freschi e parafarmaci).
«L’impegno quotidiano della cooperativa consiste nel garantire alla comunità i servizi essenziali di cui ha bisogno – sottolinea Zeno Sagui, presidente della cooperativa – ci mettiamo al servizio di quanti in paese non possiedono i mezzi per spostarsi. Nei nostri progetti per il futuro abbiamo anche l’intento di predisporre un piano di ospitalità diffusa per il quale assumeremo altre figure. Solo così – conclude Sagui -Zoppè potrà sopravvivere al processo di spopolamento che colpisce tutti i paesi di montagna».