Serve un Governo. Il prima possibile.
L’esito elettorale dello scorso 24 e 25 febbraio da un parte ha portato con sé elementi di novità, dall’altra ha alimentato una situazione di incertezza e di preoccupazione in un quadro economico tutt’altro che sereno.
Oggi abbiamo la necessità di mettere al centro l’economia reale del Paese: senza tempestivi e concreti interventi in questo senso, rischiamo nel breve termine conseguenze estremamente pericolose. È urgente innanzitutto sbloccare i pagamenti dovuti alle imprese dallo stato: dopo l’ok dell’UE alla liquidazione dei debiti pregressi della PA, serve ora un piano di rientro che garantisca subito le risposte che il nostro tessuto produttivo sta aspettando da un tempo ormai inaccettabile.
Anche le imprese cooperative, che pure hanno tutelato l’occupazione in presenza della crisi, corrono seri rischi di sopravvivenza. Bruxelles ha fatto bene ad aprire alla possibilità di far rientrare il pagamento dei debiti commerciali fra i fattori attenuanti del patto di stabilità. Ma per ridare fiato alle nostre imprese e far ripartire l’economia, serve comunque un cambiamento di approccio delle istituzioni comunitarie, come ha sottolineato il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane Giuliano Poletti, precisando: «Il Governo italiano deve impegnarsi a negoziare politiche di sostegno alla crescita attraverso un allentamento dei criteri del patto di stabilità, che differenzi nel contempo la valutazione della spesa degli stati membri a seconda che si tratti di spesa per investimenti o di spesa corrente, adottando la “golden rule” mirata alla scomputo di alcuni investimenti dai vincoli di bilancio. Di riflesso, occorre allentare i vincoli del patto di stabilità interno, in favore di una ripresa degli investimenti nei Comuni, come sostenuto anche dall’Anci».
Sciogliere il nodo dei pagamenti dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della PA per lavori, servizi e forniture resi, affrontare di petto il problema ancora non risolto dei rimborsi fiscali (negoziando, anche in questo caso, l’esenzione dalle regole del patto di stabilità) e, infine, trovare soluzioni per smaltire tutto il debito pregresso, anche quello di natura fiscale.
Per fare questo serve un Governo. Il prima possibile.
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