Si intitola “Freelancers, community and cooperation across Europe” la conferenza internazionale che si è svolta a Verona il 7 e 8 marzo scorsi. A promuoverla e organizzarla, con l’obiettivo di dare valore al lavoro dei freelance, la nostra Doc Servizi. Secondo i dati Eurostat, riferiti al 2015, del totale occupati in Europa il 15,8% è un freelance. Per l’Italia la percentuale sale a 23,8%, con 3,6 milioni.
Al centro del dibattito le problematiche legate alla professione nei diversi Paesi europei – come ad esempio gli aspetti normativi di un mercato del lavoro in veloce mutamento – ma anche le buone pratiche, e la capacità di innovazione sociale del mondo cooperativo.
Hanno preso parte al dibattito numerosi esponenti delle più importanti realtà europee che lavorano con i freelance, provenienti da Spagna, Francia, Germania e Regno Unito.
Allo studio delle delegazioni europee il modello di Doc Servizi, la più grande piattaforma cooperativa di professionisti italiana. La realtà veronese è ad oggi presente sul territorio nazionale con 8mila professionisti organizzati secondo la filosofia del platform cooperativism (piattaforma cooperativa) – cooperare, includere, innovare – nata negli Stati Uniti nel 2014.
«Stiamo estendendo l’esperienza accumulata, a partire dagli anni ’90, nel dare tutela e garanzie al lavoro discontinuo dello spettacolo alla professioni stravolte dalla sharing economy e ai freelance nati con l’industria 4.0. Uniamo il meglio della tradizione cooperativa con la forza innovativa delle piattaforme digitali» ha spiegato Demetrio Chiappa, presidente di Doc Servizi che ha aggiunto «se utilizzate diversamente rispetto a quanto fatto finora dai big player della gig economy, le piattaforme digitali cooperative sono uno strumento efficace di collaborazione e condivisione tra gli associati che svolgono professioni freelance, allo scopo di combattere la polverizzazione del lavoro e ridistribuire equamente il valore dell’intermediazione».