Dopo la recente attribuzione delle delega alla pesca a Carla Rey, assessore al Commercio e Attività produttive della Giunta veneziana, le cooperative dei pescatori hanno un interlocutore con il quale relazionarsi.
La prima occasione formale di incontro è avvenuta martedì 18 marzo, nell’isola di Pellestrina presso il centro di stabulazione e trasformazione della C.A.M.E.L. (Cooperativa allevamento molluschi eduli lamellibranchi), in un momento di dialogo a trecentosessanta gradi fra la Rey e le coop di pescatori del Comune di Venezia: società cooperativa San Marco pescatori di Burano, Cooperativa tra i lavoratori della piccola pesca di Pellestrina, C.A.M.E.L. e Laguna viva società cooperativa, per un totale di circa 250 imprese di pesca rappresentate.
«Significativa l’attenzione che il Comune di Venezia sta dando al settore: abbiamo finalmente nell’assessore Rey un riferimento certo» spiega Antonio Gottardo, responsabile del Settore pesca di Legacoop Veneto, aggiungendo: «L’assessore si è dimostrata sensibile alle complesse problematiche del settore e ne ha colto l’urgenza e la delicatezza. Ci ha espresso inoltre la disponibilità a fare la propria parte nell’affrontare i nodi strutturali e cruciali attraverso un progetto di rilancio strategico e di sistema, che veda al centro l’impresa di pesca nell’ottica di una filiera integrata: dalla produzione alla distribuzione, alla valorizzazione del prodotto».
Sul tavolo del colloquio, per l’appunto, le cause della crisi del settore, a cominciare dalle importanti trasformazioni seguite all’applicazione della normativa comunitaria: dalle restrizioni della pesca a strascico entro le tre miglia alle pesanti sanzioni penali e amministrative applicate quotidianamente ai pescatori, che talvolta generano purtroppo una criminalizzazione indistinta della categoria. E ancora, si è parlato delle profonda difficoltà in cui si trova la pesca artigianale, ma anche delle possibili soluzioni per il recupero di casoni e manufatti sulla laguna da destinare all’attività di pescaturismo ed ittiturismo, nonché della necessità di tutelare la cultura del territorio e la piccola pesca tradizionale in Adriatico.
Altri punti fondamentali affrontati le incerte prospettive della pesca del Taphes (caparossolo) in laguna e l’urgenza di ridefinire struttura e ruolo del Gral. «I costi di gestione, personale e organizzazione del Gral sono assolutamente sproporzionati rispetto alle sue funzioni e soprattutto alle prestazioni erogate, e pesano come un macigno sulle spalle dei pescatori – lamenta Gottardo -. Oggi abbiamo bisogno di strutture snelle a servizio delle imprese, che non navighino a vista ma operino secondo strategie chiare e definite. La ridefinizione del Gral è tanto più urgente quanto più si avvicina la trasformazione normativa legata all’ormai prossimo riordino delle Province. Dobbiamo iniziare a riflettere sin da ora sulla redistribuzione di compiti e funzioni fra enti e imprese, anche e soprattutto nell’ottica della Città Metropolitana in cui si trasformerà il territorio veneziano».
L’obiettivo fermo resta sempre il rilancio della pesca marittima e lagunare: un treno che non è possibile permettersi di perdere.