In questi giorni di apprensione, per la salute nostra e dei nostri cari e per il futuro del nostro lavoro, non si contano più le innumerevoli donazioni a sostegno degli ospedali, della Protezione Civile e di chi più soffre in questa emergenza.
Penso a tutte quelle realtà che hanno donato soldi (oltre 30 milioni in un momento di grande incertezza; penso a quelle cooperative che hanno donato attrezzature o messo a disposizione edifici e strutture al sistema sanitario; penso a quelle cooperatrici e cooperatori che si impegnano gratuitamente per fare compagnia ai bambini o portare a casa la spesa agli anziani: dove le infrastrutture sono saltate o in difficoltà noi impegniamo noi stessi.
Doniamo e facciamo tutto ciò perché questa è la nostra natura. La cooperazione non solo non si ferma, ma mentre cammina, in modi nuovi, su strade diverse e in salita, si prende cura della comunità in cui è inserita senza la quale non sarebbe neanche nata e con cui è cresciuta.
Non doniamo a qualcosa o qualcuno che sentiamo altro da noi, non siamo mecenati. Ci riconosciamo parte di una storia, di una comunità, e ad essa continuiamo ad appartenere anche nelle difficoltà. Nel nostro donare c’è la cura per il nostro passato e la nostra memoria, l’appartenenza al presente non senza sofferenza e impegno, la costruzione di un futuro che, con speranza e fiducia, ci vedrà ancora insieme.
Mauro Lusetti, presidente Legacoop Nazionale
Fonte: Legacoop Nazionale