«Per tante delle cooperative sociali che nel territorio, ogni giorno, prestano servizi sociosanitari essenziali, per lo più a persone con fragilità, la situazione è vicina al collasso e si è fatta ormai insostenibile: è in bilico la stessa tenuta delle cooperative, e di conseguenza sono a rischio numerosi posti di lavoro». La denuncia, forte e chiara, arriva dal Comitato misto paritetico regionale (CMPR) che riunisce le associazioni della cooperazione Agci Solidarietà, Confcooperative Federsolidarietà e Legacoop e i sindacati Fp Cgil, Fp Cisl e Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs: «Ne sono la causa il mancato adeguamento delle tariffe riconosciute per il lavoro degli operatori, rimaste ferme addirittura a 8 anni fa, e il lungo blocco di molti bandi pubblici di Regione del Veneto, Comuni e Ipab».
A repentaglio è la qualità dell’erogazione dei servizi, che sono per lo più servizi di cura, assistenza e inclusione e sono rivolti a fasce vulnerabili della popolazione, costituendo anche un importante sostegno alle loro famiglie. Si parla di un sistema che oggi conta in Veneto 820 cooperative e occupa oltre 40mila persone, per lo più donne, che lavorano nei settori della salute mentale e della disabilità, nei servizi per l’infanzia e gli anziani, sia tramite l’assistenza domiciliare che nelle strutture.
Nell’ultimo semestre gli appelli del Comitato paritetico a una maggiore attenzione alla cooperazione sociale si sono infittiti, in particolare verso la Regione del Veneto dalla quale non è arrivato alcun segnale di ascolto.
«Le varie linee guida regionali e le direttive del Ministero della Salute in tema di Covid-19 – evidenzia ancora il Comitato misto paritetico – non vedono pieno rispetto. E di fronte a un’emergenza sanitaria che ha portato alla chiusura o alla forte riduzione di molti servizi, sono mancate del tutto adeguate misure di sostegno: anche questo ha evidentemente messo a dura prova la sostenibilità economica delle cooperative sociali».
Tutto ciò conferma, ancora una volta, come il sistema della cooperazione sociale non sia – e non intenda essere – un semplice “fornitore di servizi”, ma un sistema di welfare integrato che mette al primo posto i bisogni delle persone e delle famiglie, e concorre al benessere e alla coesione sociale della comunità.
«Se, come si dice spesso e a più voci, si crede davvero che la cooperazione sociale sia fondamentale per il sistema Veneto, ora è tempo di dimostrarlo nella concretezza, investendo specifiche risorse con gli stanziamenti del bilancio regionale».